Game winner….vincendo perdendo!

Pubblicato il Mar 12 2018 - 9:29pm by Marcello Perich

Nel 1965 giocai in serie A con la Fortitudo. Ero il classico marginal player. Il che significa che giocai pochissimo.

A fine settembre il campionato era finito, ma dovevamo giocare altre due partite (mattina e pomeriggio) a Firenze, perché i due incontri del campionato erano stati rinviati per pioggia. Giocare quel doppio incontro per noi non voleva dire niente, eravamo terzi in classifica e saremmo rimasti terzi in ogni caso.

Per il Firenze era tutta un’altra canzone, perché, per salvarsi dalle serie B dovevano vincere una partita almeno.

Ad aggiungere una bella cucchiaiata di senape c’era il fatto che, salvandosi, il Firenze avrebbe fatto retrocedere l’altra squadra di Bologna.

Si era sparsa la voce che andavamo a Firenze per perderne una, cosa che non ci passava nemmeno per l’anticamera del cervello, ma tant’è.

Probabilmente il Firenze giocava con la baionetta fra i denti e noi eravamo un po’ “polleggiati”, fatto sta che dopo tre innings eravamo sotto di 6.

A questo punto l’arbitro, che non può mettere il becco sulla situazione del punteggio gridò: “A Stronghe, questa non è una partita di baseball. Questa è una farsa!”

Al che Stronghe (che era Strong meno che per l’arbitro romano) ci rifilò una sfilza di parolacce e, come per incanto, segnammo 12 o 13 punti nel nostro attacco, dove successe di tutto, incluso un infield fly, sotto il quale si misero tutti gli interni e farla cadere a terra, dopo essersi rovinosamente sbattuti uno contro l’altro.

E fu allora che, incapace di trattenermi, urlai dal dugout: “Questa non è una partita di baseball, questa è una farsa!”

E, prontamente, l’arbitro si precipitò verso il dugout e chiese: “CHI E’ CHE HA DETTO QUESTA CAVOLATA?”

E io, prontissimo e brillantissimo dissi: “Lei, dieci minuti fa!”.

E così avevo inventato un altro modo per essere espulsi: ripetere quello che ha detto l’arbitro. Vinta la prima, dovevamo perdere la seconda, vincendola.

Come, direte voi? Mettendomi nel lineup iniziale, perché essendo stato espulso ero automaticamente squalificato per la seconda partita. Quindi sconfitta a tavolino e vittoria sul campo.

A dire il vero pensavo che mi tirassero giù dopo un paio di innings, ma cominciai battendo un bel singolo a destra e replicai un po’ più avanti nella partita.

Tornai a casa con un soddisfacente 2 su 4 (due valide, una base su balls e un colpito, dopo tutto ero sempre quello di prima).

E siccome dopo due settimane, sarei partito per la Scuola di Fanteria a Cesano di Roma, non mi fregava niente delle due/tre giornate di squalifica, anche, perché i 5 mesi del nono Corso A.C.S. furono fra i più divertenti della mia vita.

Come dire: “Questo non è la naia, questa è ‘na farsa!”.

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Marcello Perich

Marcello Perich è nato a Bologna nel 1939 ed ha visto la sua prima partita di baseball nel 1954, rimanendone letteralmente “folgorato”. Giocatore, allenatore, tecnico e talent scout, ha calcato i diamanti di tutta Italia per sedici anni e adesso va alla stadio Falchi e guarda gli altri fare ciò che faceva lui.