Domenica pomeriggio a Beirut

Pubblicato il Feb 5 2018 - 2:31pm by Marcello Perich

Questa settimana, lascio volentieri la penna all’amico Marcello Perich, la Leggenda del Baseball bolognese di cui vi ho spesso parlato e allora, senza indugio, leggiamo un po’ cosa ci racconta. (Prefazione di Allegra Giuffredi).

Per chi non ha mai visto il campo della Gioventù Italiana, vale la pena che ve lo descriva. Un disegno sarebbe meglio, ma disegnare non è mai stato il mio forte, così accontentatevi di sapere che dietro l’esterno centro non c’era niente che fermasse la pallina prima dei 150 metri.

Se la palla superava l’esterno centro lo spettacolo successivo era il numero sulla schiena dell’esterno, impegnato in una inutile (ed anche un po’ patetica) corsa dietro alla palla, mentre il battitore stava facendo il giro delle basi, anche a “zoppa galletto”.

Ma, se le dimensioni del campo erano impressionanti, anzi vagamente terrorizzanti per L’esterno centro, molto più impressionante era quello che succedeva dopo la fine del campo. Non molto lontano dal campo di gioco, infatti, c’era il tiro a volo, orientato in modo che i tiratori sparassero verso il fiume.

Un’ora dopo l’inizio della partita cominciava un fucileria infernale degna del Medio Oriente. Ma quello che diventò davvero terribile fu che cominciarono ad arrivare i piccioni feriti nella sparatoria e che i miei compagni cominciarono a sbattere contro lo zoccolo di cemento della rete. Per uno che aveva raccolto gatti randagi a Bologna, Rimini, Viareggio era insopportabile. A casa c’erano quattro gatti felici e ben nutriti, coccolati da tutti e l’idea che dei poveri piccioni che non avevano mai fatto niente di male finissero sbattuti contro il cemento mi rivoltava lo stomaco.

I miei amici al Falchi si ricordano bene di quando, una volta, raccolsi una cavalletta mezza morta che era atterrata in tribuna e le gettai nell’erba dietro la scala dove, forse, avrebbe trovato da mangiare. Come potevo, quindi, assistere a quello scempio? Ma non potevo farci niente e da quella prima volta speravo sempre di giocare la mattina quando i tiratori erano ancora a casa.

E fu su quel campo infame che divenni ancora protagonista.

Il Livorno in cui militava Ulisse Mibelli

Stavamo giocando contro Livorno ed era l’ultimo assalto dei toscani. Il punteggio era 4 a 3 per noi e il Livorno mise un uomo in prima e uno in seconda con due eliminati e Ulisse Mibelli alla battuta.

Sapevo che Mibelli, simpatico armadio a due piazze batteva lungo e verso il centro, così, mentre il mio lanciatore parlottava col suo ricevitore, feci un piano di battaglia.

Se la palla mi superava entravano due punti e Ulisse arrivava in terza di sicuro, così arretrai di molti metri, fino a quando Mibelli mi sembrò un soldatino di piombo.

Il rumore della mazza contro la palla fu terrificante e vidi subito che arrivava verso di me e quando fui in grado di battezzare la traiettoria, feci mezzo passo avanti per poi tornare esattamente dove mi ero posizionato prima del lancio.

Credo che i miei compagni smisero di respirare per tutto il volo della palla. E quando finì nel mio guantone ricominciai a respirare anch’io E come credete che mi sentissi? Beh, a dir poco LEGGENDARIO.

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Marcello Perich

Marcello Perich è nato a Bologna nel 1939 ed ha visto la sua prima partita di baseball nel 1954, rimanendone letteralmente “folgorato”. Giocatore, allenatore, tecnico e talent scout, ha calcato i diamanti di tutta Italia per sedici anni e adesso va alla stadio Falchi e guarda gli altri fare ciò che faceva lui.

4 Commenti Unisciti anche tu alla conversazione!

  1. Roberto Franceschini 6 Febbraio 2018 at 14:00 -

    Il mitico campo di Casalecchio di reno regno delle Calzeverdi

  2. Daitarn 6 Febbraio 2018 at 22:19 -

    Mitico campo di Casalecchio,soccia che ricordi…uno dei tanti diamanti incastonati nel territorio bolognese,non solo Casalecchio,tanti altri…nel ”Bronx” pilastro,Minerbio,Ozzano,Castenaso,Pianoro…viva il baseball,sempre.

    • giovanni 7 Febbraio 2018 at 09:08 -

      che fine ha fatto il campo di casalacchio? era fantastico, ci giocai nel 1986 mi ricordo la vicina casa del popolo, primo secondo contorno bibite tutto compreso, un angolo di modo a parte ma per noi del baseball un posto mitico……

    • RedSox 7 Febbraio 2018 at 15:19 -

      Il campo di Casalecchio non esiste più da oltre dieci anni, trasformato in campo da calcio.