Il venezuelano è già leader dei battitori: 560 di average (14 su 25). Soddisfazione per la prima vittoria in IBL di Pietro Paolo Cadoni. Però… gli 8 punti concessi dai campioni d’Italia al Falchi sabato notte contro il Nettuno2 (ancora in affanno De Santis) sollevano perplessità

Pubblicato il Apr 12 2015 - 11:13am by Maurizio Roveri
La Fortitudo UnipolSai s’illumina con l’efficacia e la regolarità del suo battitore venezuelano Cesar Suarez che balza al primo posto nella classifica della media-battuta: 560 di average dopo 6 partite, dunque positivissimo impatto sulla Italian Baseball League per l’uomo di Maracaibo che viene da quattro apprezzabili stagioni nel Triplo Messicano. Manager Nanni e il pitching coach Radaelli possono sorridere – inoltre – per la primissima vittoria in IBL del lanciatore italiano Pietro Paolo Cadoni: è nel corso del suo “rilievo corto” (prendendo il posto di un Riccardo De Santis in affanno) che i campioni d’Italia hanno confezionato i due punti del faticosissimo successo per 10-8 contro il Nettuno2 nella sfida di sabato notte al “Falchi”.
La doppietta realizzata contro l’Angel Service allenata da D’Auria spinge l’UnipolSai al secondo posto in classifica. In compagnia del Rimini. Ad inseguire la capolista Tommasin Padova. Soddisfatti? Si potrebbe esserlo. Però…
Però qualcosa non convince. Qualcosa nella programmazione tecnica è da rivedere, da correggere. Gli 8 punti concessi al Nettuno2, in una gara diventata complicata dopo un promettente avvio (3-0, 3-4, 6-4, 6-6, 8-6, 8-8, 10-8), solleva perplessità. E fa storcere il naso ai puristi. Come me.
Eh sì: 8 punti subìti dalla Fortitudo sul proprio campo rappresentano un episodio inusuale per un team che della solidità difensiva ha fatto un marchio di fabbrica. A Bologna si è abituati a vedere una Fortitudo che concede poco agli avversari. Raramente – in questi anni – il gruppo di manager Marco Nanni ha concesso più di 3-4 o 5 punti nel proprio stadio. Per trovare un passivo superiore agli 8 punti concessi ieri sera al Falchi… bisogna risalire al 16 agosto 2013 quando Bologna sconfisse in casa il San Marino con il punteggio di 12 a 11. Lanciatore vincente di quella sfida fu Fabio Milano. Ma… si trattava del San Marino. Vale a dire, un altro “big team”. E non del Nettuno 2.
Ok, la formazione nettunese di Alberto D’Auria merita rispetto, è squadra che tiene decorosamente il campo e si rivela abbastanza aggressiva. Sa essere anche consistente con la mazza, ma più che altro con tre giocatori: Mattia Reginato (ieri sera interprete di un “cycle”: singolo, doppio, triplo, fuoricampo), Osman Marval (che ha battuto un homer) e l’interbase Flores. Gli altri della formazione nettunese sono decisamente meno pericolosi con il bastone fra le mani.
E pertanto credo che lo staff tecnico della Fortitudo UnipolSai debba lavorare parecchio per dare un migliore equilibrio ad un monte di lancio che in quest’avvio di stagione non sta trasmettendo grandi certezze. Anche la difesa deve ridiventare ermetica come l’anno scorso. I 3 soli errori commessi in 6 partite e la buona “fielding percentage” non debbono trarre in inganno: la difesa deve proteggere meglio il mound e far passare qualche battuta valida in meno.
E’ strano vedere il monte di lancio della Fortitudo in certi momenti in affanno. E’ vero che ancora manca all’appello Luca Panerati, il cui rientro sembra vicino. Comunque, il 4.43 di ERA (earned run average) non è da Fortitudo. E neppure il 269 di media-battuta concessa fino ad ora agli avversari affrontati.
Va detto che la media abbastanza alta di punti guadagnati sui lanciatori coinvolge, principalmente, Riccardo De Santis (ERA attuale di 9.88) e Salomon Marinez (6.75), i quali evidentemente sono in ritardo per quel che riguarda la condizione fisica e la programmazione tecnica. Può succedere, considerando l’anticipato inizio di campionato e il freddo che fa ancora nelle sere delle partite.
Viceversa, non hanno ancora concesso punti Raul Rivero, Filippo Crepaldi (sempre più convincente) e Pietro Paolo Cadoni. I quali sono a 0.00 di ERA.
E’ vero che i biancoblù guidati da manager Nanni propongono in questa stagione un “signor lineup”, sicuramente il miglior attacco della Fortitudo dopo quello – memorabile – del 2009. L’ordine di battuta composto da Infante, Ambrosino, Suarez, Sambucci, Vaglio, Rodriguez, Liverziani, Grimaudo, Russo (e anche Sabbatani e Fuzzi) è in possesso delle potenzialità per esprimere in dose massiccia battute valide e punti. Un gruppo di indubbia consistenza con il bastone in pugno.
Tuttavia… è bene ricordare che – normalmente – gli scudetti, i titoli, si vincono con una forte difesa e con un monte di lancio di qualità. Le attuali statistiche dicono che l’UnipolSai ha fabbricato 48 punti in 6 gare (media 8 ) con 57 battute valide (media-partita 9,5). E però sono anche 28 i punti subìti (media 4.6) con 54 valide concesse (9 di media, che sono un po’ tantinelle…).
La mia non vuole essere una critica nei confronti del Club campione d’Italia, bensì una  constatazione. E una onesta riflessione.
SUAREZ E CADONI – Riporto di nuovo il discorso su di loro. Cesar Suarez si è adattato immediatamente al campionato italiano e sembra decisamente destinato ad esserne un interprete di primo piano. Regolarità e concretezza sono le sue risorse più importanti. E’ il giusto “tre” dell’ordine di battuta, collocato alle spalle di Infante-Ambrosino (o Ambrosino-Infante) e prima di Alex Sambucci che è il vero battitore di potenza della nuova Fortitudo. Non alto (1,70), però dotato di un fisico robusto e compatto, Cesar Suarez ha come bella caratteristica quella di mettere sempre la pallina in campo. Mettendo regolarmente pressione sulle difese avversarie. Confeziona mediamente oltre 2 battute valide a partita. Sta viaggiando con 560 di average (14 su 25) e 680 di slugging. 7 gli RBI, e 17 total bases. Nella doppia sfida con l’Angel Service, Suarez ha prodotto 7 valide consecutive!).
Giro di mazza rapido da efficace contattista, il trentenne terza base venezuelano che viene dal Triplo messicano è battitore essenziale e furbo. Se proprio… gli si vuol trovare un difetto è che forse non ha sufficiente pazienza nell’aspettare le basi su ball. Infatti nella sua carriera ne ha sempre prese poche.
L’uomo di Maracaibo non è mai arrivato alla Major League, però nel 2000 venne “firmato” come free agent dai New York Yankees e nel 2010 è stato invitato allo Spring Training dei Los Angeles Dodgers (utilizzato per 2 turni in battuta, riuscendo a battere una valida).
Pietro Paolo Cadoni, il lanciatore mancino che mi risulta sia stato fortemente voluto dal pitching coach Roberto Radaelli, ha vinto ieri sera la sua primissima partita in IBL. Cadoni aveva debuttato nella massima serie la stagione scorsa con la casacca del Godo (in prestito dalla Fortitudo). Un infelice impatto, poi qualcosina di meglio sul finire. Statisticamente 1 partita persa e nessuna vinta, 12.5 riprese lanciate nella regular season 2014 e 12.51 di ERA. Non propriamente una stagione da ricordare. Però Radaelli intravede in questo mancino delle interessanti potenzialità. Anzi, si dice che il fedelissimo pitching coach fortitudino abbia preferito lui a Davide Anselmi rientrante dagli Stati Uniti.
Va detto che Cadoni è un ragazzo di grande volontà, pronto ad applicarsi e a lavorare duro per migliorare. Per crescere. Evidentemente, all’età di 25 anni, Pietro Paolo Cadoni sta raggiungendo la maturità. Che è assolutamente normale per un pitcher.
Cadoni è di Alghero, dunque è un prodotto del baseball sardo. E’ entrato nel giro-Fortitudo nel 2013. Ora finalmente fa parte del roster biancoblù. Viene utilizzato da setup, un ruolo molto specifico, entrando a rilevare il pitcher partente, per 1 inning o 1.1, 1.2, aprendo la strada al lavoro che poi dovrà sostenere il closer (questo lavoro in Fortitudo – nella partita dei lanciatori italiani – è affidato al talento dell’emergente Filippo Crepaldi).
Foto del fotografo di redazione Lauro Bassani/PhotoBass.eu
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Maurizio Roveri

Giornalista professionista, nato il 26 novembre 1949 a Bentivoglio in provincia di Bologna. Ha iniziato la sua brillante carriera giornalistica come redattore di Stadio nel 1974 per passare poco dopo al Corriere dello Sport-Stadio, dove è rimasto fino al gennaio del 2004. E’ iscritto all’Albo dei giornalisti professionisti dal luglio del 1977. Al Corriere dello Sport è stato responsabile del basket e del pugilato nella redazione di Bologna. Capo rubrica per il Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Molte le sue esperienze da inviato a cominciare dai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in Italia, del 1990 in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Collaboratore del quotidiano “Il Domani di Bologna” per baseball, pugilato, pallavolo dal 2004 al 2007. Creatore del sito internet specializzato sul baseball Doubleplay.it e collaboratore dei siti Baseballitalia.it, Baseball.it e BoxRingWeb.it. Entra con l’inizio del 2012 nel gruppo editoriale di InLiberaUscita, ricoprendo la posizione di opinion leader e di redattore da Bologna. Nel marzo del 2012 è cofondatore del sito specializzato BaseballMania.it di cui oggi è coordinatore giornalistico.

9 Commenti Unisciti anche tu alla conversazione!

  1. karl 12 Aprile 2015 at 14:16 -

    Crepaldi partente potrebbe essere una soluzione? Che ne pensi Maurizio?

  2. Maurizio Roveri 12 Aprile 2015 at 21:42 -

    Eh, Karl, ho avuto anch’io lo stesso pensiero! E’ una “prospettiva” che sollecita la curiosità di noi innamorati del baseball. Filippo ha 23 anni compiuti in febbraio, è un prospetto interessantissimo del baseball italiano. Quando si ha a mano un talento così, penso che bisognerebbe cercare subito di capirne interamente il potenziale. E dunque svilupparlo e valorizzarlo quel potenziale, per cercare di tirarlo fuori tutto. Vedrei un giovane talento utilizzato in diverse situazioni. Mi sembra riduttivo – pertanto – limitare Filippo Crepaldi “ingabbiandolo” dentro il solo ruolo di closer. Il suo potenziale andrebbe esplorato e verificato più ampiamente. E dunque, perchè no, provato anche come pitcher parten in situazioni diverse, nel tempo lo staff tecnico stabilirà quale sarà la mansione a lui più adatta. te. Gli si dia l’opportunità di esprimersi al massimo: è così che un giovane può crescere maggiormente e tirar fuori interamente le proprie risorse. E dopo, soltanto dopo che sarà stato ampiamente collaudato nel tempo, si determinerà l’utilizzo a lui più congeniale. Nel 2013, quando indossava la casacca della Palfinger Reggio Emilia, alla sua primissima esperienza nella IBL, l’allora ventunenne Filippo venne utilizzato dal club reggiano per 69.2 inning in regular season. Partite vinte 4, perse 2. Più 2 salvezze. Concludendo la regular season con l’eccellente ERA (per un rookie) di 1.94

  3. mmfromBO 13 Aprile 2015 at 08:05 -

    Tutto ci sta. Però, da mezze parole e ammissioni, sembra che il piano fosse: Panerati starter, De Santis rilievo, Cadoni setup, Crepaldi closer. Di certo Nanni ha confermato che a Riccardo fosse stata chiesta una preparazione da rilievo. Mancando Panerati, tutto il programma salta, e anzi è ammirevole che De Santis accetti di esporsi anche a figure come sabato sera.
    Crepaldi starter? Se Panerati non riuscirà a tornare in forma… io comunque ho molta fiducia in Rada: ad esempio la scelta di Cadoni. Io non me lo aspettavo di certo così incisivo, tra l’altro sabato 5 Outs, 5 K…

  4. karl 13 Aprile 2015 at 20:53 -

    Si’,diciamo che Rada sa valutare molto bene e inoltre sa ‘entrare nella testa’ dei suoi pitchers,lo reputo uno dei migliori pitching coach in circolazione in IBL.Luca ha bisogno ancora di tempo e poi bisogna valutarne la tenuta sull’immediato ed eventualmente i tempi di ripresa per tornare efficace.E’ innegabile che Ricky sta attraversando un momento non facile ma ne verra’ fuori,o quantomeno calera’ la sua ERA.Resta il fatto che nell’immediato siamo vulnerabili con il mound ASI,e molti switcheranno contro di noi proprio per questo aspetto.Finche l’attacco legna( come sabato) i problemi si superano ma quando l’attacco non legnera’,e puo capitare,si fara’ molta fatica.Decideranno il Nano e Rada,ma io l’esperimento Pippo Crepaldi lo farei.Confermo inoltre l’ottimo impatto di Pietro Paolo,mi sembra dotato di un buon carattere,non era facile.

  5. Redsox 13 Aprile 2015 at 23:13 -

    Beh, io devo ancora capire quale squadra non abbia problemi con il monte ASI.

  6. karl 14 Aprile 2015 at 20:35 -

    Gia’,quest’anno sara’ una brutta annata per i puristi del baseball.

  7. fabio 14 Aprile 2015 at 20:39 -

    Anch’io sono convinto che Crepaldi abbia più riprese nel braccio…l’ha dimostrato sia a Reggio Emilia che nella nazionale junior.Però è l’unico closer vero che abbiamo.Se lui parte Cadoni sarebbe costretto ad un ruolo non suo.Credo che ora l’unica rotazione possibile sia questa

  8. Corrado 15 Aprile 2015 at 12:14 -

    E provare Cadoni partente? In passato, quando sicuramente il suo livello non era questo ci aveva provato…A quel punto De Santis potrebbe tornare al suo ruolo dell’inizio anno scorso e resterebbe comunque un Crepaldi che può garantire almeno tre riprese…

  9. karl 15 Aprile 2015 at 19:28 -

    Sono certo che lo staff trovera’ la giusta soluzione.Intanto un incoraggiamento a Ricky per un pronto miglioramento!