
Guido Soldi classe 1942, hall of fame dal 28 gennaio 2021, presidente e uomo guida del Bollate softball, una famiglia e società che sono una presenza unica nello sport italiano. In questa intervista ci racconta la stagione appena conclusa, dove non sono arrivati trofei nella categoria seniores, ma con il triplete delle categorie giovanili ( Under 13, Under 15 e Under 18) continua a riempire l’albo d’oro della società.
Presidente, avete due formazioni rinnovate nate dal settore giovanile, MKF Bollate ai vertici del softball italiano ed europeo e Lacomes Bollate in SerieA2 che anche in questa stagione ha sfiorato la promozione, lo considera un anno positivo anche senza trofei?
“”È stato un anno molto positivo perché abbiamo avuto l’occasione di valorizzare le nostre giovani. Con MKF abbiamo avuto un bel cambio generazionale: la squadra ha perso quattro titolari di peso rispetto allo scorso anno, tra cui la lanciatrice partente, la nostra Greta che ha inseguito il sogno di giocare a livello professionistico in Giappone e negli USA. Noi abbiamo costruito una squadra giovane, partendo da un nucleo riconfermato dalla scorsa stagione, guidato da Elisa Cecchetti, che è stata una vera e propria leader per il gruppo. Abbiamo assistito alla crescita delle nostre bollatesi Bigatton, Costa, Torre, Fumagalli, Chiodaroli, Camisasca, con gli innesti di Elisa Princic (che ha dimostrato un grande valore) e delle atlete straniere Peckova e Moreland. Dalle giovanili e dalla nostra seconda squadra abbiamo poi inserito Rampoldi, Binetti e Polini, che sono state una positiva sorpresa sia per il loro rendimento, sia per come si sono inserite nella squadra. Sicuramente in un anno con cambiamenti così radicali, l’obiettivo era quello di raggiungere i play off: avere raggiunto la finale è un qualcosa che è andato oltre le nostre aspettative iniziali. Certo, poi quando si gioca una finale, si vuole vincere. Vedendo le partite, siamo stati sicuramente molto competitivi e abbiamo giocato una serie alla pari di una squadra esperta e completa come Saronno.
Per quanto riguarda la serie A2, è stato un anno nel complesso positivo: l’obiettivo della squadra è quello di fornire alle ragazze più giovani una palestra importante per essere pronte a fare il grande salto verso la Serie A1.
Per noi non è semplice mantenere due squadre seniores a livello economico e a livello organizzativo, ma è un lavoro che facciamo per cercare di dare quante più opportunità possibili alle atlete del nostro vivaio.””
Siete al vertici del softball giovanile, anche questa stagione triplete nelle final four di Bollate, qual è il vostro segreto ?
“”Non c’è nessun segreto: la chiave di tutto è il grande lavoro che viene fatto 365 giorni l’anno. Le finali sono solo una piccola parte che si vede di tutto ciò che viene fatto durante la stagione, le vittorie rappresentano il coronamento di tutto questo. Sicuramente la differenza viene fatta dalle persone, dai nostri tecnici che si impegnano per mantenere alti gli standard e cercare di formare al meglio le nostre atlete. Da parte della società noi cerchiamo di dare ai nostri staff l’organizzazione migliore per poter lavorare con tranquillità e con i mezzi necessari, loro ci mettono la loro competenza, il loro tempo e la loro passione. Un altro elemento fondamentale sicuramente è l’ambiente che si crea intorno alla società: da sempre noi cerchiamo di coinvolgere atleti, tecnici e le loro famiglie e farli sentire a casa e parte di un progetto comune. Io ho la fortuna di venire da una grande famiglia e di avere costruito a mia volta una grande famiglia insieme a mia moglie, con cinque figli e otto nipoti. Penso proprio che gestire una società sia come gestire una grande famiglia, dove non sempre si può essere tutti d’accordo, ma con l’affetto, il rispetto reciproco e l’impegno si vivono insieme i momenti più belli e quelli meno belli. Ecco, penso che quando qualcuno viene al campo da noi, respira questo. È ciò che negli ultimi 53 anni abbiamo sempre cercato di portare nel Bollate Softball. Tornando alla domanda principale quindi, posso confermare che non c’è nessun segreto, se non quello di creare un ambiente sano e costruttivo che è alla base di una realtà vincente. Quest’anno con i tre scudetti giovanili il nostro palmares è arrivato a 81 titoli italiani (13 seniores e 68 giovanili): sicuramente questo non è frutto del caso.””

La sua società è da tanti anni sulla breccia dell’onda, sempre presente sul campo, tanti volontari ad aiutare, di quanti Bollate ha/avrebbe bisogno il nostro sport?
“”Non si tratta di avere bisogno di tanti Bollate, si tratta di avere bisogno di persone che abbiano voglia di lavorare e di impegnarsi seriamente a creare società che abbiano una solida base e la base è rappresentata innanzi tutto da una seria organizzazione, fatta da persone che abbiano la voglia e le competenze per mettersi al servizio del nostro sport. Sinceramente a livello dirigenziale, il nostro sport ha delle carenze che sono strutturali e che rappresentano un grandissimo freno allo sviluppo del baseball e del softball. Poi sicuramente bisogna iniziare a creare la vera e propria base, che è rappresentata dalle squadre giovanili: senza le squadre più piccole non si va da nessuna parte. Negli ultimi decenni abbiamo assistito alla rapida e triste ascesa e discesa di alcune squadre che erano “cattedrali nel deserto”, che creavano con i soldi che avevano squadre seniores fortissime e poi, dopo poco, finivano i soldi e cessavano anche di esistere. Questo modus operandi è la strada più breve verso la morte di uno sport.
Io, prima di essere Presidente, sono e rimarrò per sempre un allenatore, che è il compito più difficile, ma più bello di tutti. Per essere bravi allenatori non basta andare due ore al campo tre volte la settimana: bisogna formarsi e aggiornarsi continuamente, ma in modo serio e soprattutto avendo la possibilità di confrontarsi con persone che realmente hanno lasciato il segno con la loro attività. Bisogna avere la pazienza e la voglia di passare ore e ore sulla terra rossa e soprattutto trasmettere a chi si ha davanti, specialmente quando si ha a che fare con i più piccoli, la passione, la gioia e la meraviglia che i nostri sport possono regalarci.
Penso sia proprio questo di cui ha bisogno il nostro sport per rinascere: riscoprire la passione, la gioia e la meraviglia. Io sono cresciuto in anni in cui gli stadi di baseball erano pieni, era un’altra epoca. Quello di cui sono certo è che se vogliamo rivedere nel nostro futuro gli stadi pieni, dobbiamo ricostruire dal basso, creare l’entusiasmo tra i più piccoli, rappresentare realtà sane in cui le famiglie vogliono far crescere i propri figli. Solo in questo modo potremo sopravvivere.
A proposito della sopravvivenza del nostro movimento, mi permetto di approfittare di questa intervista per sottolineare una problematica che rischia di investire tutti a partire dal 1 gennaio 2023. A fine settembre, il Consiglio dei Ministri ha dato attuazione alla Riforma dello Sport, che prevede una normativa sul lavoro sportivo che non fa differenziazioni tra uno sport e l’altro, non prende in considerazione il fatto che sport come il baseball e il softball abbiano dei volumi d’affari e delle capacità economiche che sono molto limitati rispetto ad altre realtà. Con questa riforma noi rischiamo di sparire. Ci auguriamo che si possa trovare un momento per poter revisionare e rendere più sostenibile la Riforma.””
Immagine Guido Soldi presa da reportage di www.bollateoggi.it Una famiglia, uno sport (bollateoggi.it)
Immagini Squadre – Facebook Bollate Softball 1969 ASD https://www.facebook.com/bollatesoftball1969
La formazione della SerieA premiata come seconda del campionato e l’altra riguarda le tre giovanili campionesse d’Italia